Amante dello sci, sono un affezionato frequentatore delle piste di Cervinia, il cui comprensorio vanta una delle viste più ampie e belle dell'arco alpino. Sulla strada del rientro verso casa, capita spesso di fermarmi in un agriturismo-produttore di un’ottima fontina che - in base al periodo dell'anno – si presenta più o meno stagionata. A me piace piuttosto fresca, con dei sentori erbacei intensi e grande persistenza al palato.
Assecondando la mia passione per questo formaggio, una volta sono tornato a casa con due belle fette intenzionato ad invitare a cena alcuni amici per preparar loro una tipica ricetta valdostana: la zuppa valpellinese!
Una conoscente originaria delle suddette zone mi ha dato qualche consiglio, il resto l’ho lasciato all’estro e alla fortuna… che qualche volta assiste gli audaci.
La zuppa è stata un successone!
Preferisco non dare le grammature perché, sinceramente, l’ho preparata ad occhio, abbondando con la fontina: a mio giudizio, la vera protagonista del piatto.
Si procede mettendo sul fuoco un bel pentolone di brodo vegetale, al quale io ho aggiunto tanta cipolla per addolcire il tutto.
Pane casereccio: fette spesse, leggermente tostate nel forno.
Verza: tagliuzzata e scottata con del cipollotto in padella.
Fette di fontina: indicativamente mezzo centimetro di spessore, per evitare che si sciolgano totalmente durante la cottura, garantendo in tal modo un po’ di consistenza al piatto
Riscaldare il forno a 180 gradi circa.
E poi – ancora fumante - servire in tavola.
Con la perturbazione che sta attualmente investendo tutta l’Italia, un piatto così consola e ritempra!
Un ispettore
In copertina: Zuppa valpellinese - FEDelchot/iStock